La supertassa sulle pensioni d’oro è da cancellare, perché “irragionevole e discriminatoria”. Lo ha stabilito la Corte Costuzionale qualche giorno fa, annullando quindi il “contributo di solidarietà”, il prelievo extra su tutte quelle pensioni pubbliche e private superiori rispettivamente ai 90 mila, ai 150 mila e ai 200 mila euro lordi l`anno, introdotto nel 2011 dal governo Berlusconi e poi confermato dal governo Monti.
Mentre la pronuncia di illegittimità può avere un qualche fondamento legale in quanto tale contributo straordinario effettivamente ha la natura d’imposta e quindi dovrebbe gravare su tutti i redditi, non solo quelli derivanti da pensioni, la vicenda evidenzia un’altra questione, e cioè quella delle cosiddette ‘pensioni d’oro’ dei privati ma anche degli statali. L’eccezione di costituzionalità , ovviamente, era stata sollevata da un diretto interessato, cioè da un magistrato in pensione, attizzando quindi le solite polemiche “anti-casta”; le quali ormai accomunano ai dirigenti che siedono comodamente sui loro scranni ministeriali anche dipendenti pubblici come i magistrati (alcuni dei quali, non dimentichiamoci, rischiano la pelle nel loro lavoro).
Ma al di la’ di queste polemiche, molti si chiedono se sia giusto che lo Stato versi pensioni e stipendi cosi’ generosi ad alcuni dei suoi “servitori”. Anche su questo, e’ difficile dire chi ha ragione e chi ha torto, ma una cosa e’ sicura: in Italia si è rotta ormai la fiducia nell’abilità della pubblica amministrazione di autolimitarsi e autoregolarsi. Mentre, anche perché i buoni esempi abbondano, si ha una percezione più virtuosa della pubblica amministrazione francese, tedesca o belga. Se l’Europa si riorganizzasse su base federale, gli standards di remunerazione dei dirigenti pubblici dovranno in qualche modo uniformarsi, e questo potrebbe eliminare gli eccessi ed avere quindi degli effetti positivi di riduzione della spesa pubblica in tutta Europa, inclusa Italia.
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