OCSE, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea. Tre organismi che certamente non possono essere tacciati di essere contrari al capitalismo ed al mercato, o di avere idee di “sinistra”, ma che -specialmente negli ultimi anni – si sono preoccupati di studiare e suggerire misure che favoriscano la crescita economica nelle economie piu’ sviluppate.
Tre organismi che sono giunti alla stessa conclusione: le imposte sugli immobili come l’IMU non hanno alcun effetto depressivo sulla crescita economica, e quindi la loro abolizione – come viene proposta da alcuni membri del governo – non genererebbe stimoli che favoriscano la crescita.
Giovedi’ scorso il FMI ha messo in guardia l’Italia dalla potenziale perdita di miliardi di introiti derivanti dall’abolizione dell’IMU e ha definito l’IMU e in generale le imposte sugli immobili che (guarda caso) si pagano in quasi tutti gli altri paesi dell’Eurozona una delle forme piu’ “eque ed efficienti di tassazione”. Allo stesso tempo pero’ ha suggerito di accelerare l’aggiornamento del catasto al fine di garantire maggiore equita’.
Stessa raccomandazione e’ venuta da Pier Carlo Padoan, chief economist dell’OCSE, il quale ha spiegato che ”’le tasse che danneggiano di meno la crescita sono infatti quelle sulla proprieta’, come l’Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di piu’ la ripresa e l’occupazione sono quelle sul lavoro”’ .
Infine, qualche mese fa, un rapporto della Commissione Europea sulla tassazione in Europa (“Taxation Trends in the European Union”), diceva chiaramente che “le imposte ricorrenti sugli immobili sono le meno dannose per la crescita economica”.
Mi sembra ovvio che cosa va fatto e cosa non va fatto.
Certo e’ che le classi dirigenti degli ultimi anni avrebbero potuto evitare di portare il Paese ad una situazione in cui si e’ arrivati a dover compiere queste scelte difficili. Ma ora che ci siamo arrivati, cerchiamo almeno di fare la cosa giusta, perche’ oltre a ricordarci di quali sono le imposte da abbattere se si vuole stimolare la crescita, il FMI, l’OCSE e la Commissione ci hanno anche sempre ricordato che la spesa pubblica va tenuta sotto controllo , cosi’ da evitarci queste scelte.
Infatti, è un grosso ‘uovo di Colombo’, come altri: tassare, ma equamente, il patrimonio, la proprietà, colpendo in particolar modo le grandi rendite parassitarie, detassare sempre più, oculatamente il mondo del lavoro sano, colpendo, se da colpire c’è, il lavoro ‘stabilmente precario’, che deve costare di più, non meno.