Al vertice europeo di oggi (cui il Corriere online dedica spazio ovviamente solo dopo la notizia di un nuovo calciatore per il Milan), verra’ probabilmente indicato il candidato a presidente del Consiglio Europeo. Figura che il 99 percento dei cittadini europei non e’ in grado di distinguere, per poteri e funzioni, da quella del presidente della Commissione.
Poi verra’ indicato forse il candidato ad Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza, figura importante che dovrebbe e potrebbe svolgere il ruolo di ministro degli Esteri della UE in una fase in cui il fianco meridionale e orientale del nostro continente ci lanciano sfide esistenziali che non possono essere affrontate da un singolo paese europeo.
Pensate che la scelta verra’ fatta su basi meritocratiche, che i candidati saranno quelli piu’ in grado di imporre un’agenda ai riottosi membri del Consiglio Europeo o di zittire i rumorosi ministri degli esteri dei 28 paesi che pensano ancora di vivere nel XIX secolo?
Ne dubito.
La scelta terra’ conto in primis della nazionalita’ del candidato (e’ uno dell’Est Europa, uno dell’Ovest? Uno del Sud? Uno del Nord?), poi dell’appartenenza politica (e’ un popolare? un socialdemocratico?) e infine tutto il resto.
Nelle settimane successive, verranno scelti gli altri membri della Commissione, tutti rigorosamente su base nazionale, cioe’ addirittura uno per stato membro… 28!!
Se il presidente degli Stati Uniti d’America procedesse alla scelta dell’esecutivo su queste basi, dovrebbe nominarne 50 e l’America sarebbe colpita da crisi istituzionali ogni sei mesi, ehm… esattamente come la UE.
Ecco, io spero che un giorno non ci sara’ bisogno di avere due presidenti nella UE, ma uno.
E spero anche che un giorno un polacco si senta rappresentato da un tedesco come un francese da un italiano e uno spagnolo da un olandese. E che quindi solo i piu’ capaci ed adatti al ruolo possano guidare i cittadini europei.
Spero che quel giorno arrivera’ presto e mi battero’ per il resto della mia vita perche’ cio’ accada.
Perche’ l’alternativa e’ , come diceva un noto giornalista italiano, condannare l’Europa a diventare semplicemente una parentesi culturale nella storia del mondo. E sarebbe una vera tragedia, perche’ sarebbe una sconfitta che ci siamo inflitti noi stessi.
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