Sono un reazionario o no?

protests-hong-kong-sunday-websciopero-generale33-1000x600

 

 

 

 

Perche’ mi sento istintivamente a favore dei dimostranti di Hong Kong? Cosi’ come mi sentivo istintivamente a favore dei manifestanti contro Putin per le strade di Mosca due anni fa? E quelli che sfidavano gli Ayatollah in Iran nel 2011?

E invece mi sento meno a favore di quei signori che venerdi’ 12 dicembre giravano per le strade delle citta’ italiane con bandiere e slogan contro il Jobs Act? Cosi’ come mi sento anche molto meno a favore dei tassisti italiani che scioperano, dei camionisti francesi che lasciano i camion a bloccare l’autostrada, degli agricoltori francesi che rovesciano letame alla porta di uffici governativi o che marciano per le strade di Parigi e dei “forconi” nostrani che bloccano la frontiera di Ventimiglia?

Qualcuno mi dice che se non mi e’ piaciuto lo sciopero e le varie sceneggiate per le strade di Roma, Milano e Bologna venerdi’, e se non mi piacciono gli scioperi nei trasporti che lasciano a casa persone che non riescono ad andare a lavoro, e se considero i NO TAV e i forconi fastidiosi quanto le zanzare in una palude del Vietnam, devo essere un “reazionario” . Perbacco, l’accusa e’ pesante.

Ma allora come mai sento molto vicini a me i manifestanti di Hong Kong o di Mosca o di Teheran, e anche quelli che manifestano contro discariche abusive che li avvelenano, e i contadini del Sichuan o del Bihar che manifestano contro gli espropri illegali di terreni? Eppure, le proteste ad Hong Kong hanno bloccato traffico e affari da mesi e hanno quindi anche danneggiato l’economia della citta’; quelle in Russia e Iran hannno creato instabilita’, fatto fuggire investitori che potevano portare posti di lavoro importanti e che invece decidevano di stare a guardare. I contadini che protestano contro espropri illegali di terreni stanno bloccando la realizzazione di lottizzazioni miliardarie, campi da golf, residenze di lusso etc. Se fossi un reazionario dovrei stare dalla parte del governo cinese, del governo iraniano e di Putin e dei lottizzatori che pagano mazzette ai governi locali.

E invece non lo sono. Anzi. E allora? Uno che supporta quei manifestanti ma non questi nostrani e’ reazionario o no? Magari non ve ne frega niente, perche’ voi che leggete non avete di questi dubbi. Ma volevo dirvi che forse alla fine una spiegazione l’ho trovata e volevo condividerla con chiunque li abbia.

1. Quelli di Hong Kong combattono per avere un diritto basilare riconosciuto da convenzioni internazionali: quello di poter votare e scegliere i propri leader. Non chiedono che la legislazione sul lavoro di Hong Kong venga modificata per impedire i licenziamenti con 30 giorni di preavviso (come e’ sempre stato nella ex colonia), perche’ sanno che l’economia della citta’ si regge proprio su questa flessibilita’. Esagerata, probabilmente, ed intollerabile in Europa, ma molto lontana dalle tutele che il famigerato Jobs Act comunque garantisce ai lavoratori italiani. I manifestanti iraniani e russi che hanno preso le bastonate chiedono lo stessa cosa: una democrazia liberale. Una cosa che i loro leader potrebbero dargli se lo volessero. E i russi che sono scesi in strada nel 2014 lo hanno fatto contro l’intervento militare in Ucraina. Una scelta del governo, quella di intervenire, totalmente evitabile.

2. Oltretutto, in una situazione in cui ogni altro canale di espressione e’ bloccato (no associazioni, no stampa libera, etc.), o fortemente limitato, scendere per strada, bloccare l’economia di una citta’ e (nel caso iraniano per esempio) di un paese intero per mesi e’ l’unica strada possibile e giustificabile. I signori che invece sono scesi in strada venerdi’, e prima ancora a novembre (sempre di venerdi’ poi, guarda caso) hanno molti altri metodi per far sentire la propria voce oltre che scendere in strada. I loro leader sono in TV un giorno si’ e uno no (i leader delle proteste cinesi, russe e iraniane invece vengono messi in galera e presi a calci se non peggio); possono formare associazioni liberamente (a meno che l’associazione non abbia fini eversivi); possono fondare quotidiani (anzi ce l’hanno gia’) per far sentire la propria voce. Hanno rappresentanti in Parlamento che sposano la loro causa e possono presentare proposte di legge o emendamenti.

3. Ma la cosa peggiore e’ che quello che chiedono questi manifestanti nostrani e’ una cosa che nessun governo puo’ dargli, tantomeno un governo italiano: la tutela assoluta del posto di lavoro (per chi ce l’ha) o l’ottenimento di un posto di lavoro altrettanto tutelato (per chi non ce l’ha). E perche’ non puo’ dargliela? Perche’ 20 anni fa e’ successa una cosa contro cui il governo italiano, qualsiasi governo, di sinistra di centro di destra non puo’ fare nulla: la globalizzazione e la liberalizzazione del commercio mondiale. Che quindi pone le aziende italiane in situazione competitiva non solo con quelle tedesche, spagnole, americane (come erano gia’ da molti anni prima) ma anche con quelle cinesi, indiane, brasiliane, messicane, turche. E perche’ e’ successo questo? Un po’ perche’ ci interessava vendere i nostri prodotti a loro (e infatti li vendiamo alla grande…) e poi perche’ altrimenti 500 milioni di cinesi e 150 milioni di indiani e decine di milioni di brasiliani, messicani e turchi non avrebbero superato la linea della poverta’ e avrebbero “ragionato con i piedi”: cioe’ sarebbero venuti in Europa ad ingrossare le fila di quegli immigrati che molti pensano gia’ siano troppi. E invece, secondo questi signori che venerdi’ sono scesi in piazza, basta protestare perche’ magicamente gli investitori tornino in Italia, gli imprenditori comincino ad assumere a tempo indeterminato a frotte, e tutto torni come 20 o 30 anni fa.

4. I camionisti francesi e i tassisti italiani poi (che non mi sembra gente che muore di fame), vogliono anche di peggio: la tutela dei loro privilegi. Gli agricoltori francesi (che non mi sembra gente che muore di fame) vogliono la tutela di sussidi che hanno drogato l’agricoltura per anni, proteggendoli da importazioni da quei paesi in via di sviluppo che quindi continuano a riversare frotte di disperati sulle nostre coste. E a quanto mi risulta non c’e’ stata un’ espropriazione relativa alla TAV senza pagare quanto dovuto e con la possibilita’ dell’espropriato di ricorrere alla giustizia amministrativa nel caso di irregolarita’. Dall’altro lato invece, quelli di Hong Kong stanno li’ perche’ hanno paura che da domani non potranno piu’ scrivere quello che vogliono su internet, non potranno piu’ formare associazioni, non potranno piu’ avere una stampa alternativa a quella di regime. Tutte liberta’ che in Italia o Francia nessuno minaccia. E i contadini che protestano contro gli espropri illegali in Sichuan o in Bihar rischiano di morire di fame senza quel fazzoletto di terra che coltivano (e non di non potersi comprare la seconda macchina; non hanno nemmeno la prima). E, soprattutto, non hanno alcuna rappresentanza politica che li difenda. Non hanno altro metodo se non quello di picchettare gli uffici governativi per far emergere lo scandalo.

Ecco perche’ mi sento in favore degli uni e non degli altri. Perche’ gli uni stanno cercando di guadagnare, pezzo per pezzo, magari senza nemmeno saperlo, lo stato di diritto e una democrazia costituzionale, una scelta che il governo dei loro paesi e’ perfettamente in grado di fare. Basta volerlo e si fa. Gli altri, quelli che invece intasano le nostre strade, stanno urlando alla luna.

Nessuno puo’portare le lancette dell’orologio indietro di 20 anni, non lo puo’ fare Renzi, non lo possono fare Berlusconi, Civati, Salvini o Grillo. Alla globalizzazione ci si adatta: facendo beni diversi da quelli che ormai non si possono fare piu’ in Italia, perche’ e’ giusto che li facciano altri; specializzandosi in servizi che altri non danno. Non la si combatte facendo proteste per strada; altrimenti si fa la fine di Don Chisciotte. E il governo, meno tassa quelle aziende eroiche che riescono a competere, e piu’ prepara i cittadini a QUESTO mondo, meglio e’.

Pubblicità

International lawyer, political campaigner, convinced liberal and eurofederalist

Pubblicato su Uncategorized
One comment on “Sono un reazionario o no?
  1. F. Franchini ha detto:

    Assolutamente condivisibile….
    Non starò mica diventato anch’io reazionario?!
    Fabio

    >

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: