Un architetto troppo timido

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( Brussels, Palazzo Berlaymont. Foto di Jaume Martí )

L’architettura istituzionale della UE è quanto di più complesso si possa immaginare. Tale costruzione è stata pensata e voluta dagli Stati membri, soprattutto quelli più grandi, ma la responsabilità del malfunzionamento della stessa viene da essi spesso attribuita alla costruzione stessa.

Facendo un’analogia, è come se l’architetto di un edificio che ha preparato il progetto e deciso a chi appaltare tutti i lavori si lamentasse poi con l’amministratore del condominio se vengono alla luce difetti strutturali che non garantiscono la stabilità dello stesso edificio.

“La Commissione Europea si trova all’apice della struttura istituzionale della UE, ma per tutti i motivi elencati sotto non funziona come quel governo europeo di cui avremmo bisogno per affrontare e risolvere problemi che vanno oltre le potenzialità dei singoli Stati.”

Ma quali sono i poteri della Commissione?

“La Commissione non è solo organo esecutivo con il compito di far applicare i Trattati, gli atti normativi e di gestire le politiche dell’UE, ma ha anche funzione di iniziativa legislativa, ovvero il potere esclusivo di proporre un atto legislativo al Parlamento Europeo. La Commissione, inoltre, ha anche una funzione di rappresentanza sia interna (nel senso che rappresenta l’Unione negli Stati membri), ma anche esterna, nella negoziazione degli accordi, nelle relazioni internazionali, ecc. Infine, ha una funzione di controllo sull’applicazione dei Trattati.

Visti i poteri di cui sopra, perché si può affermare che la Commissione non è un vero governo europeo? Un esempio specifico derivante da una realtà nota a tutti i nostri lettori, la crisi del debito sovrano greco, forse può essere utile.”

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( Bandiera della Grecia. Foto di Raffaele Nicolussi )

“Chi prese la prima, tardiva e alquanto “fiacca” decisione di fornire i primi 30 miliardi di prestiti alla Grecia? Di certo non la Commissione, ma di nuovo la riunione dei ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona. Chi prese la seconda decisione di fornire un secondo prestito e poi un terzo? Ancora la riunione dei ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona.

Dov’era la Commissione in tutto questo? Essendo uno dei tre componenti della famosa Troika, la Commissione è stata incaricata di fare il “lavoro sporco”, cioè quello di valutare e negoziare con la Grecia i tagli proposti alla spesa pubblica e di fare la voce grossa, insieme al Fondo Monetario Internazionale e alla BCE, ove gli impegni non vengano rispettati. Nella crisi greca, quindi, la Commissione è stata ed è sostanzialmente un “esecutore” delle decisioni prese dagli Stati membri dell’Eurozona nei vari “summit” tra capi di governo o i loro ministri delle finanze.

Negli Stati Uniti, lo Stato federale per antonomasia, quasi tutti gli Stati hanno un obbligo di pareggio di bilancio nelle loro costituzioni, eppure alcuni di essi hanno conosciuto situazioni di crisi finanziaria e, quando questo accade, si rivolgono a Washington, e non senz’altro ad uno altro stato federato: diffidenze reciproche, rivalità, possibilità di trarre un vantaggio competitivo dalla crisi, entrerebbero in scena. E’ chiaro che solo un governo centrale, il più possibile imparziale e che abbia in mente l’interesse di tutti potrebbe risolvere situazioni d’emergenza.

La Commissione, ecco, non è un governo europeo. In molti casi, lavora come semplice esecutore delle decisioni prese dai governi nazionali all’interno del Consiglio Europeo o del Consiglio UE. Tuttavia, per un meccanismo perverso è la Commissione a cadere sotto il tiro dell’opinione pubblica e (cosa ancora più inaudita) dei governi stessi, quando le decisioni prese dagli Stati membri, eseguite dalla Commissione, risultano indigeribili per i cittadini di questo o quel paese.

Ciò detto, va anche sottolineato che se da un lato la Commissione non riesce a svolgere propriamente le funzioni di un governo europeo, dall’altro essa è dotata di alcuni poteri che vanno oltre quelli normalmente affidati all’esecutivo in una democrazia parlamentare. ..alla infatti Commissione non dovrebbe essere riconosciuto potere esclusivo di iniziativa legislativa.”

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Estratti dal libro: “Breve Dizionario di Politica Europea” di Stefania Schipani e Marco Marazzi.

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One comment on “Un architetto troppo timido
  1. […] spiegato nel post precedente: “Un architetto troppo timido”, la complessa architettura istituzionale della UE è il risultato di un compromesso orientato a […]

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